Museo

Museo "La Terra e la Memoria" e biodiversità

La Terra e la Memoria

Nell’area museale chiamata “La Terra e la Memoria”, inaugurata nel 1995 e situata nel centro storico del borgo, ai piedi della chiesa San Michele,  è possibile ammirare i ricordi e le tracce materiali della tradizionale vita contadina dell’Ottocento a Pigna e in Alta Val Nervia.

Attraverso un percorso guidato, suddiviso in varie aree tematiche dedicate alla pastorizia, alle produzioni agricole del tempo, alla banda musicale, alla fede e alle processioni, alle botteghe degli artigiani e all’importanza dell’acqua in tutte le attività della valle, potrete scoprire e conoscere il patrimonio artistico e storico di questo territorio.

Alla produzione agricola si affianca una parte dedicata a tutti i prodotti derivanti dalla trasformazione delle varie produzioni agricole, dall’olio al vino, al pane, al grano, ai prodotti lattiero caseari, al miele, alle castagne e ai fagioli.

Un area riservata alla lavanda e alle erbe aromatiche vi permetterà di sentire il profumo di questo fiore che cresceva spontaneamente nelle Alpi Liguri. Aristide Martini di Pigna con la sua distilleria, fu un innovatore nel campo della raccolta delle piante officinali, che sollecitò i contadini pignaschi a diversificare le coltivazioni, immettendo nuove coltivazioni di salvia e di iperico, e inventò l’alambicco a doppia serpentina.

Il museo apre esclusivamente su prenotazione, chiamando il signor Giorgio al numero 329.2330252.

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Biodiversità

I Rii che hanno origine dai pendii e che si riversano come affluenti nel torrente Nervia presentano una fauna di grande pregio e rarità, alla Salamandra all Airone, al Barbo ed alla Trota Fario troviamo la presenta del Gambero di fiume Austromopatobius Pallipes, specie protetta dalla direttive comunitarie, che qui in queste acque si riproduce.

Una vegetazione che annovera tra le altre la Lavanda selvatica che cresce spontanea sui pendii rocciosi del Toraggio del Pietravecchia e della Cima Graj, a partire dalla fine del secolo XIX fino ai primi anni sessanta, la lavanda selvatica fu raccolta e diede impulso alla nascente industria dei profumi.

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